Il termine titolo è un termine di natura finanziaria che indica una particolare forma di impiego di capitale, effettuato da un soggetto, di natura pubblica oppure privata, utilizzato per chiedere un finanziamento in quote di debito oppure in quote di capitale.
Si parla così di titoli di debito per indicare finanziamento in quote di debito, effettuato con l’emissione di obbligazioni, mentre di titoli di credito per identificare le quote di capitale acquistate da soggetti interni o esterni ad un’azienda, che oltre ad acquisire diritti patrimoniali, potranno beneficiare di diritti amministrativi, con conseguente partecipazione diretta alla vita di una società.
Nel corso dell’attività aziendale un soggetto può infatti decidere di ricorrere ad un particolare investimento, che necessita immediata fonte di capitale, che può essere fornito innanzitutto grazie all’emissione di obbligazioni. Queste rappresentato dei vari e propri certificati di debito, che oltre ad attestare le generalità del soggetto emittente, identificano l’oggetto del suo obbligo, la data entro la quale sarà previsto il rimborso e il tasso di interesse che quotidianamente maturerà a favore del creditore.
I titoli di debito si differenziano principalmente in pubblici e privati, a seconda del soggetto emittente.
Tra i titoli di debito pubblici si annoverano soprattutto i “titoli di Stato”, ossia quelle obbligazioni attraverso le quali lo Stato si procura fonte di finanziamento grazie alla liquidità dei cittadini. Sono emesse dal Ministero dell’Economia e delle Finanze per finanziare il debito pubblico e differiscono tra loro per la durata e rendimento.
I 5 titoli di Stato emessi sul mercato sono:
- BOT (buoni ordinari del tesoro): titolo senza cedola, di durata di 12 mesi o inferiore. E’ un titolo alla pari, cioè il valore che andrà rimborsato è uguale al valore nominale dello stesso. Il rendimento sarà quindi dato dal valore nominale e dal suo prezzo di emissione, che essendo ovviamente più basso, verrà definito “sotto la pari”.
- Ctz (Certificato del Tesoro Zero-coupon): titolo senza cedola, di durata pari a 24 mesi, soggetto a riaperture che possono ridurre la loro durata originaria. Il suo rendimento è dato dal valore nominale alla scadenza del titolo e il prezzo corrisposto per acquistarlo.
- CcT (Certificato di credito del Tesoro): titolo di stato a medio-lungo termine, pari a 7 anni, con cedola e rendimento a tasso variabile.
- BTp (Buono del Tesoro poliennale): titolo di stato con scadenza superiore all’anno, con cedola semestrale e con rendimento determinato dal tasso di interesse fisso della cedola e dalla differenza dal prezzo di emissione e quello effettivamente rimborsato.
- BTp€i (Buono del Tesoro poliennale indicizzato all’inflazione): sono titoli di Stato che garantiscono gli investitori dall’aumento del livello dei prezzi, tenendo conto dell’inflazione della Zona Euro. Sono emessi con scadenze di 5, 10, 15 e 30, e il loro rendimento nominale, basato su cedole, risulta variabile.
I titoli di debito privati sono invece obbligazioni emesse da società quotate in Borsa e rispettivamente definite di capitali, S.p.a. e S.a.p.a. , che per trovare fonte di investimento, possono emettere azioni e obbligazioni.
Tornando alla differenza sopra citata, i titoli di credito, nella stretta sfera finanziaria, sono invece costituiti da documenti rilasciati ad un soggetto, che già dipendente oppure da esterno, decide di entrare a far parte della vita aziendale di una società, acquistandone quote di capitale, che attribuiranno diritti patrimoniali ma anche amministrativi.
Questi titoli sono definiti azioni e si differenziano a seconda dei diritti conferiti:
- Azioni ordinarie: titolo ordinario attribuito a soggetti che acquisiscono quote di capitale, con conseguenti diritti patrimoniali legati al dividendo da percepire e paralleli diritti di natura amministrativa, come la partecipazioni ad assemblee.
- Azioni di risparmio, privilegiate o di godimento: questi titoli possono assicurare più o meno diritti rispetto al titolo ordinario. Il soggetto che le acquisisce, potrà per esempio avere privilegio nella distribuzione degli utili oppure avere un limite nella partecipazione alle assemblee.