Solitamente poco menzionato nel settore forex, è invece uno dei primi fattori da osservare nell’analisi di un cross valutario. Stiamo parlando del momentum, che possiamo paragonare al motore dell’analisi tecnica.
Il momentum in sostanza rappresenta la velocità di cambiamento del prezzo: il rapporto si basa su 2 variabili, il prezzo e il tempo.
Le informazioni insite nel momentum sono utilizzate dalla stragrande maggioranza degli indicatori forex, perchè il problema è sempre lo stesso: l’oscillazione del prezzo all’interno di periodi diversi.
Facciamo un esempio concreto per chiarire la situazione.
Le barre colorate in grigio sono il momentum, calcolato come rapporto tra l’ultimo prezzo di chiusura e il prezzo di chiusura di una barra di “n” periodi indietro, moltiplicato 100. Inoltre qui il momentum è stato addolcito da una media mobile a 10 giorni.
La linea nera è invece una semplice Sma 40.
A testimonianza che il momentum è la base anche delle medie mobili, i 2 indici si muovono in simbiosi, con l’unica differenza che la media mobile è situata più in basso.
A livello tecnico-operativo il momentum può essere utilizzato in due modi.
Uno è quello di usarlo come trend-follower, cioè andando long quando il prezzo dopo aver toccato un minimo risale, e short dopo un picco seguito da una discesa, in modo del tutto analogo ad un qualsiasi oscillatore.
In alternativa possiamo osservarne le divergenze dal grafico principale. Può accadere infatti, che dopo un brusco rialzo del prezzo, che va a toccare un picco massimo, molti traders siano tentati dall’aprire posizioni long.
Il momentum dopo un movimento del genere scivolerà verso il basso, perchè la fortissima variazione del prezzo in breve tempo è terminata. Questa è l’occasione di chiudere un’eventuale posizione rialzista, o nel caso contrario (momentum che sale dopo un forte movimento bearish) ribassista.
Di base il momentum è impostato su 14 periodi e sui prezzi di chiusura.
Ecco una chart che lo mostra nel dettaglio: