Il sistema gold standard ebbe il suo apogeo intorno alla fine del 1870, poi la situazione venne a modificarsi per l’avvicinarsi della prima guerra mondiale. Le potenze mondiali, in vista di un presumibile conflitto armato intensificarono le spese per armamenti e belliche in generale.
Un’economia di guerra – è duro sottolinearlo – porta al pieno impiego delle risorse produttive, sul mercato si affacciano anche donne e giovani che non si sarebbero mai offerti sul mercato.
I governi non potendo far fronte all’accresciuta domanda interna con le entrate fiscali furono costretti ad aumentare l’emissione di cartamoneta per far fronte alle spese urgenti ed impreviste. I consumi venivano contenuti con sistemi di razionamento, la parte non spesa di reddito veniva forzatamente incanalata verso il sistema bancario con emissione di titoli del debito pubblico a tassi molto bassi. I prezzi aumentarono. Quasi tutti i governi, specialmente quelli sconfitti si trovarono di fronte ad una inflazione galoppante. Quasi dappertutto cessò la convertibilità dei biglietti in oro che circolarono in regime forzoso, in virtù cioè del potere di imperio di uno Stato di imporne l’accettazione come mezzo di pagamento.