Si distingue sempre, quando si fa riferimento alla categoria dei lavoratori, tra quelli autonomi e quelli subordinati. Che cosa si intende? Mentre i primi possono organizzare il lavoro come meglio credono, sempre adempiendo in modo diligente alla propria prestazione, i secondi sono legati al rispetto delle direttive di lavoro impartite da un datore.
Chi lavora come autonomo, vista la maggiore libertà che lo caratterizza, non gode delle stesse tutele che invece sono tipiche del lavoratore dipendente (cassa integrazione, ferie, assegno di disoccupazione e così via). Ma allora dove devono essere collocati i liberi professionisti in un simile quadro? E che cosa caratterizza questo tipo di attività lavorativa?
I liberi professionisti rientrano tra i lavoratori autonomi e non sottostanno quindi a un datore di lavoro. Oltre a possedere l’indipendenza tipica dei lavoratori autonomi in generale, sono tenuti all’iscrizione a un albo ad hoc e all’adempimento di specifici doveri come ad esempio dedicarsi alla formazione continua obbligatoria. Aprire partita IVA consentirà loro di effettuare i pagamenti delle tasse e i versamenti dei contributi previdenziali. Per i liberi professionisti risulta infatti una valida scelta quella di aprire un conto corrente business come quello offerto da Qonto – banca 100% digitale che supporta i liberi professionisti come anche PMI e start up – così da separare i flussi di cassa legati al lavoro da quelli personali.
Attività intellettuale, iscrizione all’albo e deontologia
Per capire bene chi sono i liberi professionisti occorre spiegare prima chi sono i lavoratori autonomi, ovvero coloro i quali non risultano essere subordinati a un vincolo verso un datore di lavoro. Il lavoratore autonomo compie un’opera o presta un servizio, a fronte di un giusto corrispettivo, con lavoro in prevalenza proprio e senza vincoli di subordinazione verso il committente. E i liberi professionisti?
Rientrano tra i lavoratori autonomi ed esercitano nello specifico un’attività di stampo intellettuale. E’ dunque la natura della prestazione che caratterizza il libero professionista nell’ambito del lavoro autonomo, assieme all’iscrizione a un ordine, albo o elenco. Stiamo quindi parlando di una persona che offre ai suoi clienti quelle che sono le sue conoscenze e un certo tipo di preparazione che è il frutto di una serie di studi adeguati.
Il libero professionista è tenuto anche a rispettare determinate regole di tipo deontologico, che sono dettate dall’attività lavorativa che si porta avanti. Si tratta di norme alle quali bisogna attenersi in modo da non incorrere nelle sanzioni previste dal proprio ordine di appartenenza.
Un esempio è quello relativo all’obbligo di frequentare periodicamente dei corsi di aggiornamento legati alla professione, pena specifiche sanzioni. Ulteriore caratteristica sempre relativa a questa particolare attività lavorativa è poi l’iscrizione a una specifica cassa previdenziale.
Il libero professionista che appartiene a un ordine, insomma, non versa i contributi all’Inps quanto piuttosto alla cassa previdenziale di appartenenza che ha carattere privato. Basti pensare per esempio agli avvocati, categoria che provvede al versamento dei contributi alla cassa forense.